Pochi anni fa, come nella sceneggiatura di un film, da una vecchia scatola in casa di un amico, sono saltati fuori un pacco di nastri magetici dei quail si era perso ormai qualsiasi ricordo. Il giorno in cui furono registrati era l’8 Aprile del ’77 durante il primo festival dedicato a Victor Jara, bardo della nuova canzone cilena assassinato dagli aguzzini di Pinochet, e Pete Seeger si esibiva a Torino. Questo disco nasce dall’esperienza di quei giorni, rimasterizzata e pulita la registrazione ci offre oggi un interessante documento che, non solo ci fa rivivere mentalmente un periodo di intensa eccitazione politica e sociale, ma ci permette sopratutto di riscoprire una delle personalità più importanti della musica folk Americana del XX secolo. Pete Seeger è sempre stato dalla parte della canzone popolare e dei suoi creatori, cioè dalla parte dei lavoratori, della pace, della libertà, dell’internazionalismo, dell’uguaglianza; e far vivere queste idée nella condivisione gioiosa dellla musica. Durante quel concerto fece un parallelo tra Detroit e Torino, due capitali dell’auto e dello sfruttamento, cantando il blues “I do mind dyin”. La registrazione non è tecnicamente perfetta ma l’entusiasmo con cui la gente lo accompagnò nei cori si percepisce ancora chiaramente. La canzone “Car, car” (traccia 4) ebbe, sul palco, un finale inusuale poichè al termine del brano la tracolla del banjo gli scivolò di spalla e, lo strumento, rischiò di cadergli sui piedi, nella registrazione il pubblico ride e applaude divertito. La “Tarantella siciliana” fu un omaggio alla nostra terra, quella terra che Seeger ama chiamare “della bella lingua”, e la gente lo seguì ballando e battendo le mani per tutta la durata del brano. Il festival, dedicato a un cantante martire, ebbe la partecipazione di molti artisti e di tantissimo pubblico, fu completamente filmato, ma la copia originale del film, per ragioni mai rese note, è andata persa. Questi nastri, scoperti per caso e riportati a nuova vita da un restauro effettuato con pazienza e professionalità, sono l’unica testimonianza e la nostra memoria di quei lontani momenti.
Una sorpresa e un gran bel regalo, ora che viene ristampato il catalogo più antico di un maestro assoluto del folk, l’apparizione di questo cd che documenta un passaggio italiano del Signore con il Banjo trent’anni fa. Le date sono l’8 ed il 9 aprile del ’77, i luoghi i Palasport di Novara e Torino, dove Pete Seeger arrivò per il primo Festival dedicato alla memoria di Victor Jara, cuore puro del nuovo Cile assassinato dagli sgherri di Pinochet. Come nei racconti leggendari, da uno scatolone sono saltati fuori i vecchi nastri, conservati da Dario Toccaceli, ora ripuliti e restaurati con cura preziosa da uno studio romano. Da “John Henry” a “Guantanamera”, da “This Land Is Your Land” alla incredibile “Tarantella siciliana”, una lezione di musica popolare che conserva un vigore assoluto. Chi scrive queste note c’era, alla data novarese, e mette a disposizione altri nastri.
GF / World Music Magazine #81