Disco per molti versi stregante, che si conosca la storia racchiusa in tredici brani per voce e pianoforte oppure ci si lasci sedurre dalla presenza imperiosa e coinvolgente della mezzosoprano bulgara. La storia è quella di una cantante zingara, proveniente da una famiglia di musicisti bulgari, che giunge in Italia qualche anno fa per studiare canto lirico grazie agli sforzi di Paolo Giulini. Seguono studi interrotti, il rientro in Bulgaria, e la ricomparsa alcuni anni dopo. Giulini rammenta di aver avuto una videocassetta, in cui si vedeva in azione il nonno pianista della Diakova, Hristo Namliev, in una sorta di “Buena Vista” bulgaro. Da lì la proposta di registrare quei brani di tradizione zingara rielaborati per pianoforte e voce. Il risultato è un album compiuto e pressoché stupefacente.
GUIDO FESTINESE
(da World Music Magazine 79)